Serata insolita questa, abbiamo cenato
con delle schifezze comprate al supermercato mezz'ora prima, sia io
che Gloria non avevamo voglia di fare un cazzo, quindi abbiamo
infilato questa roba in forno e basta, senza pensieri. Così anche
dopo, messi sul divano abbiamo iniziato a fare zapping senza trovare
nulla che avevamo voglia di vedere, così mi viene in mente di vedere
in My Sky che roba avevamo registrato i giorni indietro. E' li che esce fuori questo 3 days to kill. Assodato che avevamo trovato
finalmente qualcosa da vedere, e quindi da recensire, abbiamo premuto
Play.
Il film in questione è un action/thriller recente, del 2014
per la precisione, e ci racconta la storia di Ethan, un agente della
Cia che scopre di essere malato e di avere soltanto qualche mese di
vita. Decide quindi di dedicare il tempo rimasto alla sua famiglia
(moglie e figlia) che aveva abbandonato per 5 anni proprio a causa
del suo lavoro che lo portava spesso lontano da casa. Vorrebbe
provare a ricucire il rapporto e chiudere definitivamente con la vita
da spia, ma poco dopo gli viene proposto un nuovo lavoro che Ethan
non può rifiutare perchè la “ricompensa” è una cura
sperimentale che gli permetterebbe di rimanere in vita. Beh, che
dire, un thriller con un risvolto drammatico che si distacca un po'
da quello che è il concetto di spia nel mondo del cinema in questi
anni. Nonostante sia una delle parti essenziali della storia, la sua
vita da agente, man mano che si guarda il film, passa in secondo
piano, regalando allo spettatore la visione di un padre pentito di
non esserci stato per la figlia ormai adolescente, che vuole a tutti
costi rimediare. Molto toccante, in certi momenti, perchè ci si
riesce ad immedesimare in lui e quindi viviamo quasi in prima persona
le risposte un po' acide della figlia o l'impegno e la buona volontà
che ci mette lui nel provare a trovare sempre dei pretesti per fare
qualcosa insieme. Si riescono a vedere perfettamente le due facce di
Ethan, una che lo dipinge come un'inarrestabile macchina della morte,
l'altra che evidenzia le sue fragilità emotive, ma anche la sua
sensibilità. Molto ben girato, 3 days to kill può contare su
una star a tutti gli effetti: il protagonista infatti è Kevin
Costner, che nonostante l'età dimostra di saperci ancora fare e di
sapersi calare anche in questi ruoli meno da Robih Hood. Vicino a lui
spiccano anche Amber Heard (Machete Kills), Hailee Steinfeld e Connie
Nielsen, vista ne Il Gladiatore. Un bel film, per dirla tutta, che ci
è piaciuto molto. Le pause tra le scene d'azione e le scene più
riflessive sono ben dosate, la visione ci è risultata quindi molto
piacevole. Ah beh, stavamo dimenticando: secondo noi c'è una scena
che strizza prepotentemente l'occhio a Guardia del Corpo (altro
filmone di Costner): la figlia è in un locale, nel bagno accerchiata
da ragazzotti che vogliono farle la festa, arriva lui, rompe a tutti
il grugno, la prende in braccio e la porta via, come su Guardia del
corpo dove la Houston viene assalita nel locale dai fan e lui dovo
averne stesi un paio la porta fuori nello stesso modo. Vabè, a noi
ci sembrava così, comunque, consigliato a tutti!
Il voto di 365film:
x2
x1
x1
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