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Recensione #36: Poltergeist (2015)

lunedì 6 luglio 2015

Anni e anni fa comprai il dvd di Poltergeist – Demoniache presenze, il capolavoro del 1981 di Tobe Hooper, e ricordo che mi piacque parecchio, così appena appresi dal web la news che ne sarebbe uscito il remake ho informato subito Gloria dicendole: “Se non hai visto mai Poltergeist dovremo vedere il remake insieme, a te i film vecchiotti piacciono poco, quindi questo dovrebbe saperti ganzo, visto che si parla di spiriti e case infestate!” “Dai, dai si!” rispose lei tutta fomentata. Finalmente vediamo disponibile in streaming questa nuova versione, che attualmente viene trasmessa nei cinema, e decidiamo che non possiamo mancarla, quindi, tapparelle di casa chiuse, qualche candela per fare atmosfera e via con il film!
Mai, mai e poi mai ci saremmo aspettati uno spettacolo così raccapricciante, non perchè il film sia un horror, ma semplicemente perchè con questo remake è stato calpestato un film cult come l'originale che ha fatto scuola ad un sacco di registi horror moderni (vedi James Wan). La trama ricalcata quasi alla perfezione, la famiglia che si trasferisce in questa casa e la bambina più piccola comincia ad avere contatti con delle presenze che solo lei può vedere e sentire. Trattasi di anime dannate dei defunti sepolti nel vecchio cimitero che una volta era in quel quartiere; vogliono prendere la bambina per poter scappare dal limbo del purgatorio. Forse non è chiaro al regista il significato della parola “attualizzare”. Non basta inserire cellulari, droni telecomandati, tablet, ne tanto meno il protagonista di un reality show televisivo sui fantasmi per rendere una vecchia pellicola “attuale”. Dal 1981 ad oggi, 2015, il concetto di paura nei film è cambiato parecchio, a suo tempo un film come Poltergeist non ti faceva dormire la notte perchè era spaventosamente inquietante. Le stesse cose, 35 anni dopo non hanno di certo lo stersso effetto, ne sa qualcosa mia moglie che una volta iniziata la mattanza scuoteva il capo ogni 2 minuti, girandosi verso di me e dicendomi: “Ma che cazzo, dovrebbe mettere paura? Se succedeva a me mi mettevo a ridere...”. Tra una sua battuta e l'altra io osservavo l'andare del film in cerca di qualcosa di positivo da poter menzionare in questa recensione ma, tolta la buona prova recitativa del ragazzino protagonista, non ho trovato veramente niente. E dire che c'è di mezzo anche Sam Raimi, lui, il padre della trilogia de La Casa, di Drag me to hell (che presto recensiremo)... ci chiediamo come sia potuto succedere. Per non parlare poi dei dialoghi sconclusionati e dell'ironia totalmente gratuita dei membri della famiglia... cazzo, degli spiriti vi hanno rapito la figlia e ora lei vi parla da un'altra dimensione attraverso un televisore! Che cazzo c'è da scherzare?? La ciliegina sulla torta infine è lui, Jared Harris e il suo assurdo personaggio. Un conduttore televisivo di un reality sulle case infestate chiamato per dare una mano che si atteggia ad uomo vissuto e fa il ganzo con la sua ex moglie. Potremo stare qui altre 700 righe a parlare dei difetti di questo film, personalmente sono rimasto molto deluso e mentre Gloria, finito il film, mi dice: “Poi tutta sta elettricità... a me i film con l'elettricità mi sanno di fantascienza...” io penso: “Fosse solo quello il problema...”. Se non siete andati ancora al cinema a vederlo, il nostro consiglio è di rimediare l'originale del 1981 e vedere quello.

Il voto di 365film:




x1


x1 (a Gloria l'elettricità sà di fantascienza)


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