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Recensione #42: Disconnect

domenica 12 luglio 2015

Ahi ahi ahi, stasera mia moglie Gloria è crollata, causa stanchezza lavorativa, sul divano. Stavo per demordere e per rimandare la recensione a domani, ma cercando sul pc mi imbatto in un film che non avevo mai sentito nominare: Disconnect. Non mi sembra una pellicola leggera, ma la trama pare interessante, attuale più che altro, così decido di provare, male che vada avrei fatto doppia rece lunedi. Invece non mi è sembrato affatto male.
La trama vede tre diverse storie con protagonisti dei personaggi accomunati fra loro da una relazione bilaterale, i quali si ritrovano a dover fare i conti con una realtà che oggi sta prendendo il sopravvento nelle vite di molti di noi, quella di Internet, che se da un lato può risolvere molte cose, dall'altro può creare un sacco di problemi. Storia numero uno, Cyberbullismo: un ragazzo introverso viene preso di mira da una coppia di bulli, che gli fanno credere di chattare con una ragazza quando invece non è così. A causa di una foto compromettente che il giovane crede di aver mandato alla sua amica virtuale, ma che invece viene fatta diventare virale in tutta la scuola, Ben prova ad impiccarsi e finisce in coma. Storia due, furto di identità: una coppia in crisi per la morte del figlio viene derubata di tutti i loro dati e di conseguenza si ritrova al verde. Dovranno fare i conti con il fatto che non sono più uniti come una volta, ma nonostante questo si mettono in cerca del responsabile. Storia numero tre, siti per adulti: una giornalista fa amicizia con un ragazzo che è in un giro di “prostituzione virtuale”, ovvero si spoglia per soldi in webcam e fa anche altro. Stretto il legame lo convincerà a fare un'intervista anonima. Il film è molto ben recitato, le storie sono curate nei minimi dettagli e anche i personaggi sono ben studiati. L'intreccio e l'alternanza con cui si passa da una storia all'altra non rincoglionisce lo spettatore ma anzi lo fa avanzare di pari passo alla storia, fino ad arrivare all'epilogo finale. Sebbene ad una prima occhiata sembra che questo film finisca molto male, in realtà non è affatto così. Le persone/famiglie delle storie hanno, oltre al problema che li coinvolge, un altro problema di fondo, quello della comunicazione fra di loro. La famiglia di Ben parla poco, soprattutto col ragazzo, anche la sorella sembra scansarlo come un appestato, ma il tragico episodio del tentato suicidio farà capire a tutti i reali valori della famiglia. La coppia in crisi che viene derubata non ha più un dialogo, non si guardano neanche più negli occhi, ma questa ricerca del responsabile li farà riavvicinare e il muro che era sorto fra loro crollerà. La giornalista probabilmente è l'unica che non ci capirà un cazzo, sembrava che fra lei e il giovane “prostituto” potesse nascere qualcosa, invece... Fra queste 3 storie inoltre ce ne è una quarta: un investigatore privato rimasto solo col figlio adolescente (uno dei due cyberbulli) che aiuta la coppia derubata. Tra lui e suo figlio c'è poco dialogo a causa della morte della moglie/mamma. Ma solo messo di fronte a certe verità inizierà a pensare veramente al figlio. Non male insomma, Disconnect è un film che fa riflettere, anche sul fatto che a causa di tutta questa tecnologia si stanno perdendo molto di vista i reali rapporti umani. Ve lo consiglio, un paio di orette passate a vedere qualcosa di riflessivo non guastano mai.

Il voto di 365film:




x3


x1


x1






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