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Recensione #53: Due vite al massimo

giovedì 23 luglio 2015

Mamma mia che salto indietro. Stasera, grazie a questo film, sono tornato a 20 anni fa, quando era estate e le scuole elementari erano chiuse e si facevano i compiti su quei libri pieni di esercizi. Erano 4 anni che volevo far vedere Due vite al massimo a mia moglie Gloria ma non potevo perchè questo è un film praticamente introvabile. Finalmente oggi, grazie ad un miracoloso file torrent, sono riuscito a trovarlo e ho subito allertato Gloria: “Amore, stasera ti faccio vedere Due vite al massimo... ce l'ho!” “Oh, finalmente!” ribatte lei. Senza ulteriori indugi quindi vi portiamo all'interno di questo film, veramente troppo bello e dal valore affettivo impagabile.
Due vite al massimo, alias Teenage Bonnie and Klepto Clyde, è un film del 1993 che rappresenta la rivisitazione in chiave contemporanea delle vicende di Bonnie e Clyde, i famosi gangster. Clyde lavora la sera come cameriere in un fast food, mentre Bonnie è la figlia del capo della polizia locale. I due fanno conoscenza quando Bonnie e il suo ragazzo devastano il locale dove Clyde lavora. Dopo che Clyde la salva dalle manette in un negozio di dischi e le offre un giro su un furgone rubato, tra i due nasce una complicità unica e scelgono di seguire la via del crimine, armati di tutto punto grazie all'armeria del padre di lei. Sarà, ma le pellicole degli anni '90 hanno un fascino tutto loro, nella loro semplicità ti catturano e ti coinvolgono fino alla fine. Per quanto la trama non sia originale e gli attori non siano dei volti noti, il film riesce a rapirti grazie al magnetismo del rapporto fra i due. Gli anni '90 erano sinonimo di ribellione, venendo dall'era punk e rock degli anni precedenti e l'aria di libertà che si respira guardando questo film è impagabile. “Anche noi dovremo fare una vacanza come loro” mi dice Gloria mentre guarda la scena in cui i due rubano cose a turno l'uno per l'altro. Si d'accordo, rubare vestiti o rapinare banche non è certo un esempio da seguire, ma qui questo passa in secondo piano perchè a dominare e il senso di liberà e l'amore. Io lo vidi la prima volta a circa 8 o 9 anni, e se mi è rimasto impresso così a lungo un motivo ci sarà. Ho sempre pensato che l'amore fra i due protagonisti fosse perfetto e sono cresciuto con quell'esempio. Sapevo che a Gloria sarebbe piaciuto, lei va pazza per i film romantici. Il motivetto musicale che si sente per tutto il film ha proprio il sapore di ballad vecchio stile, trattasi dell'introvabile canzone di Vicky McClure - Across the line che possiamo assaporare in versione completa solo durante i titoli di coda. Particolarmente impresso nella mia mente il finale di Due vite al massimo; abbiamo deciso di non svelarvelo ma posso dirvi che questa volta mia moglie non è stata l'unica a cui è scesa qualche lacrima. Volente o nolente a distanza di 20 anni questo film è stato capace di farmi piangere, forse c'è di mezzo anche il lato nostalgico, ma così è stato. Non lo troverete facilmente, statene certi, ma se non lo avete mai visto vale la pena cercarlo. Un film mediocre dal punto di vista tecnico, ma eccezionale per la carica emotiva che trasmette. Io e Gloria non potevamo non dargli il massimo. Mettetevi subito alla ricerca di questo film, dateci retta, non ne rimarrete delusi.

Il voto di 365film:




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