Ancora film un po' impegnati per noi, e per voi che ci leggete. Io e Gloria adoriamo la saga di Rocky, entrambi pensiamo che dopo i primi 2 film si sia un po' imputtanita, ma resta pur sempre una pietra miliare del cinema. La boxe, presa da sola, fa di un film una semplice pellicola action con tante botte e tanto sangue, ma mescolata con altre componenti come i drammi, gli affetti o l'amicizia, crea una bella alchimia, proprio come Rocky e proprio come il film che andremo a recensire stasera: Southpaw – L'ultima sfida, un film uscito proprio in questi giorni.
Il pugile Billy Hope, campione in carica di pesi medi, è al massimo della forma quando in un tragico incidente rimane uccisa sua moglie. La sua esistenza scivola sempre più in una spirale senza fine, che culmina con la perdita della figlia, affidata ad un istituto. Un giorno conosce Tick, un ex pugile che decide di prenderlo sotto la sua ala protettiva e di riportarlo nei giri che contano per permettergli di riottenere indietro la custodia della figlia e la fulgida carriera. Ma Billy dovrà affrontare i propri demoni e capire che il suo più temibile avversario è se stesso. Trampa pregna di emozioni forti quella di Southpaw, è come se avessero racchiuso in un unico film tutti i Rocky, con la componente aggiuntiva dell'alcol. Passiamo dalla bellissima situazione iniziale, dove vediamo Billy avere uno splendido rapporto con sua moglie e sua figlia, riusciamo a percepire che il pugile è totalmente dipendente da sua moglie, alla tragedia; a causa di vari sfottò con un pugile che vorrebbe affrontare Billy, ci scappa la rissa e un uomo estrae la pistola. Parte un colpo, la folla è spaventata, gente che scappa e gente che urla, è in mezzo a questo caos che lui la vede. Sua moglie è a terra e sta morendo. Da quel momento la disperazione si impadronisce dell'atleta, facendogli adottare comportamenti spesso inadeguati, che mettono in pericolo anche il suo rapporto con la figlia. Billy era troppo logorato dal dolore per accorgersi di quanto stava accadendo intorno a lui. L'ex pugile Tick rappresenta la componente saggia del film, il personaggio che fa aprire gli occhi al ragazzo smarrito, rimettendolo in sesto e preparandolo per l'incontro finale del film, che lo vedrà di fronte all'uomo responsabile della morte della moglie. La pellicola ci mette di fronte anche al tema dell'amicizia e della fiducia. Da una parte abbiamo il “manager” di Billy, che dice di essere ormai un amico di famiglia ma che alla prima occasione non esita nell'iniziare dei rapporti lavorativi col pugile rivale, arrivando a corrompere con tante chiacchiere Billy, convincendolo ad accettare l'incontro. Dall'altra parte Tick, allenatore di un pugile che Billy aveva sconfitto, dai modi burberi e spesso scontroso (come lavoro gli offre di pulire la palestra), ma che al momento del bisogno si dimostra molto più amico dell'altro. Un cast da paura per il film, dobbiamo ammettere che è anche per questo motivo che abbiamo voluto vederlo. Il protagonista Billy è interpretato da un trasformatissimo Jake Gyllenhaal (il protagonista di Donnie Darko), anchè io vorrei avere un personal trainer che in qualche mese fa quel cazzo di lavoro! Sembra che abbia preso il siero che ha creato Captain America! Accanto a lui la moglie interpretata da Rachel McAdams (Sherlock Holmes), il manager stronzo e voltafaccia è 50 Cent e l'ex pugile Tick è impersonato dal bravo Forest Whitaker. Un bel film, che miscela dramma e adrenalina, probabilmente l'unica pecca è che forse queste due componenti andavano dosate meglio. Il dramma infatti prende il sopravvento, mettendo in secondo piano la componente della boxe. Tutto sommato comunque, un bel prodotto!
AZIONE: x2
COMMEDIA: -
DRAMMATICO: x3
ROMANTICO: x2
HORROR: -
FANTASCIENZA: -
FANTASY: -
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