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Recensione #165: Cub - Piccole prede

giovedì 12 novembre 2015

Era da tempo che questo Cub – Piccole prede ci si parava davanti. Chissà perchè però, fino ad ora, non ci è mai presa la voglia di approfondire la visione. Sarà stato per il marmocchio sul poster, che non ti infonde molta fiducia, oppure boh, fatto sta che solo ora, dopo mesi, abbiamo deciso di dargli il beneficio del dubbio. Reperita facilmente la pellicola, andiamo ad iniziare.
Questo film è del 2014 ed è un prodotto indipendente, la trama vede Sam, un dodicenne un tantino problematico, andare in campeggio nel bosco con la sua squadra di scout. Insieme agli altri lupetti e al leader del gruppo, Sam si ritrova in una foresta oscura, dove vivono anche un bracconiere psicopatico e il suo piccolo aiutante mascherato. Quello che i compagni di avventura ignorano è che il bracconiere ha disseminato in tutto il bosco trappole tanto ingegnose quanto letali. Ribadiamo quello che abbiamo detto prima: questo film è indipendente, infatti, Wikipedia recita, è stato finanziato grazie al progetto Indiegogo, noto sito internazionale di crowdfunding.  Dobbiamo dirvi in tutta sincerità che la pellicola funziona maledettamente bene per essere una produzione poco pretenziosa. Il regista Jonas Govaerts, all'esordio, firma un film dalla fotografia buonissima, i tempi di narrazione azzeccati e una buona dose di tensione, che non guasta mai. La scelta delle figure dei bambini facenti parte del gruppo di scout si rivela azzeccatissima, perchè permette di sviscerare parecchie emozioni, sensazioni e dinamiche tipiche di quell'età, che porteranno poi all'epilogo finale. Il protagonista, Sam, è un ragazzotto un po' introverso, ed è vittima costante di atti di nonnismo ad opera della maggior parte degli altri scout. Non solo questo però, il campo scout è un po' come la demo del militare, sveglia presto, punizioni, flessioni, pasti saltati ecc, non la condizione ideale per un tipo come Sam, un esploratore che se ne va in giro per il bosco, affascinato dalla storia che i capi scout hanno raccontato riguardante un lupo mannaro che vive da quelle parti. Come dice il proverbio: “Chi cerca trova”, e infatti Sam trova. Trova Kay, un bambino mascherato (quello che dovrebbe essere il lupo mannaro del racconto). Tra loro si instaura quasi da subito un rapporto particolare, una complicità, come se avessero la sensazione di avere qualcosa in comune.

"Facciamo a cambio? Tu mi dai il coltello e io ti do l'apriscatole..."

Man mano che la pellicola scorre, ci ritroviamo di fronte a scene sempre più dure, come (SPOILER? Ma si dai, giusto un po') quella in cui Sam e Kay giocano alla cuccagna con il cane di uno dei capi scout. Da li in poi il film, che non era stato più di tanto atroce, diventa cattivo, parecchio cattivo. Noi abbiamo amato due scene in particolare, se volete provare ad indovinare, potete scriverle sotto, nei commenti! Comunque dicevamo, Cub si incattivisce, diventando duro e mettendo lo spettatore di fronte ad una metamorfosi psicologica che però lascerà tutti con un punto interrogativo: c'è o ce fa? Il cast di Cub non ha volti noti, ma potremmo comunque citare il giovane Maurice Luijten (Sam), Titus De Voogdt, Stef Aerts e Evelien Bosmans (i capi scout), l'altro ragazzo Gill Eeckelaert (Kay) e il più cattivo di tutti, il bracconiere psicopatico interpretato da Jan Hammenecker. Il modo in cui il bracconiere ha sistemato le trappole è a dir poco fenomenale, lui si che va a caccia! Tirando le somme, questo film è un bel lavoro, leggermente prevedibile in certi punti, ma, questo è un dettaglio su cui possiamo sorvolare. Consigliato, avremmo dovuto vederlo prima!

AZIONE: x1
COMMEDIA: - 
DRAMMATICO: x1
ROMANTICO: -
HORROR: x3
FANTASCIENZA: -
FANTASY: -


Il voto di 365film:





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